Carlo Sgorlon, scrittore e narratore Friulano

Gli dei torneranno

Foto con la copertina del libro

Dopo essere emigrato oltre l'oceano e aver fatto per una diecina d'anni il cantastorie nei paesi e nelle città del Perù, Simone ritorna a Jalmis, in Friuli, dove sente che il destino deve avere una svolta: lo stesso presentimento prova, nel suo castello-rifugio, Margherita, anch'essa non più giovanissima, ma che conserva della gioventù la freschezza intatta. Il loro incontro casuale, in una notte di neve, ha i contorni magici di una fiaba. Ed è proprio il mondo delle fiabe che si schiude a Simone, dopo che il matrimonio con Margherita ha posto fine al suo errare: fiabe della sua terra, nelle quali riaffiora una saggezza millenaria, e anche miti, leggende, tradizioni di cui sembra essersi perso il significato. Mosso da una passione che lo occupa interamente, Simone si cala a poco a poco nell'anima del suo popolo e ne ripercorre la storia: dalla civiltà antichissima dei Celti al glorioso Patriarcato che i Veneziani distrussero nel 1420, la 'vera morte del Friuli', dopo la quale ebbe inizio quell'emigrazione che dura tuttora. Per questa via riesce anche a penetrare lo spirito, indomito e fiero, di certe figure umili della storia recente e contemporanea: come Luca, ribelle all'Austria, che fu giustiziato sul patibolo dal 'boia di Lubiana', o Enore, che soppravvisse in Russia all'impiccagione dei tedeschi, o Glauco, il cui rifiuto della società si conclude tragicamente. E anche il suo passato personale "come la passione giovanile, vissuta in una baita di montagna, con la stupenda ed enigmatica Clautana" si prolunga e dilata in un passato più vasto, nella memoria collettiva del suo popolo, in cui Simone ritrova la propria identità. Quel Friuli arcaico, agricolo e magico che aveva fatto da sfondo alle precedenti opere di Sgorlon, dalla Luna color ametista e dal Trono di legno fino alla Regina di Saba, in questo romanzo diventa il vero protagonista attraverso una moltitudine di personaggi che formano un affresco corale. La civiltà montanara e contadina vi svela la ricchezza inestimabile di un bene che si sta perdendo: la vita comunitaria. E la fede che anima il cantastorie Simone gli farà credere di nuovo negli dèi, solo apparentemente fuggiti con gli abitanti, cacciati dalle guerre e dalle sventure: ma chi, se non gli dèi, potrà tornare a custodire ciò che gli uomini hanno temporaneamente lasciato? E "gli dèi torneranno".

 

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